Il castello dell'alba
Difficile scegliere solo pochi scatti per questo castello, immenso e spettacolare. Magnifico vedere l'alba da una delle sue sale.
L'entrata fatta alle 4 del mattino.
Aspettare che sorga l’alba per spegnere la torcia e poter godere appieno delle meravigliose stanze del castello.
L’attesa ripagata nella sala baciata dai primi raggi di un sole nascente.
Non ho mai scattato così tanto in un sito esplorato, e scegliere i 9 scatti che uso solitamente per documentare le uscite era praticamente impossibile.
Ho ridotto a 63, con gran difficoltà.
Eccone il risultato ...
E se passate fate piano
Che fata dorme dal mattino
Che l'uomo per la guerra le partì
E dietro la collina si sbiadì
E nel castello sopra il fiordo
La luce sfiora per ricordo
Le coppe che restarono così
E il vento smuove le vetrate
E a volte un'eco di risate
Che un tempo risuonavano da lì
Ma non passateci d'aprile
Che non potreste più vedere
Le rose come quando lui era qui
Il Castello - Roberto Vecchioni
Il Castello sorse sui resti di una roccaforte medioevale andata completamente distrutta nel 1600 e, per creare spazio alla sontuosa costruzione, venne abbattuta una villa settecentesca ; la villa Ricci.
Fu costruito tra il 1909 e il 1913, anche se i lavori si conclusero ufficialmente nel 1922, quando fu ultimata la chiesetta interna in stile romanico, per volere di un uomo dalle grandi ambizioni e dal grande amore per l’arte.
L’inaugurazione avvenne l’8 settembre 1912, con una grande festa in cui proprietari e amici erano vestiti in maschera.
Conta 156 stanze, comprese le due grandi gallerie di arrivo, una scalinata monumentale con la sua ringhiera in legno scolpito, due camere da pranzo, una sala della musica, sale da riposo (di cui tre private), le cucine al pian terreno, il grande salone rosso, la chiesa privata della famiglia in stile romanico costruita con mattoni rossi e tufi scolpiti, camere da letto per gli ospiti e per la servitù, una saletta per la biblioteca (ispirata alla libreria della Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano dove Leonardo Da Vinci dipinse la “Cena”) affrescata con ritratti ancor oggi ben visibili di poeti, scrittori, filosofi e sapienti di tutti i tempi, e molte altre.
Ovviamente tutti i soffitti e pareti delle stanze sono interamente e splendidamente affrescati.
Nelle decorazioni sul soffitto del salottino ottagonale, a ridosso delle stanze da letto dei proprietari , è ripetuta più volte la data 1913, data della fine dei lavori di costruzione.
In pratica 6000 metri quadrati, lordi, di abitazione e 170.000 metri quadrati di parco.
Parco immenso quanto il castello, nel quale vi erano grotte e tane artificiali, una voliera, un’enorme serra in vetro, una vigna chiamata “la colonnella”, dei laghi artificiali, le fontane con giochi d’acqua e ruscelli.
L’architettura rappresentata nella struttura è un classico esempio delle influenze gotiche della fine dell’800; le facciate in laterizio interrotte da più ordini di monofore, bifore e trifore. Tali facciate, già molto alte, vengono slanciate ancor di più dalla presenza di bellissime torri e torrette.
Per anni il castello fu teatro di chi amava circondarsi di lussi dal sapore antico, e tra le sue mura vi erano custodite molte opere d'arte ed oggetti di enorme valore di cui i proprietari amavano farne sfoggio; vi si trovavano raccolte di ceramiche, vetri, bicchieri, piatti, armi e armature, oreficerie,stoffe, tessuti e tele, arazzi, placchette e medaglie, dipinti, bronzetti, oggetti di scavo e così via.
Ha visto passare per le sue stanze e passeggiare nel suo parco moltissime persone importanti, uomini politici, filosofi e vari artisti.
Ora è preda di vandali e agenti atmosferici che cominciano a minarne la stabilità, partendo dalle torri.
Il suo declino, un declino inarrestabile, ebbe inizio quando venne confiscato, assieme ad altri possedimenti, al suo legittimo proprietario dopo l'arresto e il relativo confino nel 1931.
Dal 1940 al 1946 fu usato come seminario; fu modificata la sala della musica, aggiunto un dormitorio (ad oggi crollato) e create delle cucine alla base della torre.
Ci fu un acquirente che voleva trasformare il castello, e il suo splendido parco in un’azienda agricola, ma le trattative non andarono a buon fine.
Alcuni anni dopo, giunse in paese per l’acquisto del castello, un legale rappresentante di un Azienda che avrebbe voluto fare del castello un convalescenziario per ex tubercolotici, ma gli abitanti del paese si opposero fermamente alla presenza di queste persone.
Fallito anche questo tentativo, le quote del castello vennero cedute e passate di mano a varie persone; qui comincia una storia di occupazione abusiva ed anche tentativi di acquisto per poi demolirlo.
Fino ad arrivare all’inizio degli anni ‘80, con una storia legata alla droga, quando i sotterranei ospitarono una tra le più imponenti raffinerie e laboratori di stupefacenti d’Europa. Imponente la forza messa in campo per sgominarla; 200 uomini presero d’assalto il castello e arrestarono diverse persone.
Poco tempo dopo il blitz, durante un ispezione della Guardia di Finanza, in un intercapedine, venne trovata una piccola bara di zinco contenente il cadavere di una bimba; le indagini portarono all’identificazione del corpicino come la figlia del proprietario arrestato nell'irruzione.
Il castello fu poi messo sotto sequestro per alcuni anni.
Ora è di proprietà di una società in liquidazione, società che faceva capo ad un promotore finanziario ligure condannato per bancarotta.
Nel 2014 si è provato a metterlo all’asta, con una base di 800 mila euro, ma nonostante il prezzo, i potenziali acquirenti del castello, messi davanti alla situazione (un autentico ‘ginepraio’ lo definirono gli stessi commercialisti che si occuparono della visione delle carte), preferirono defilarsi.